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Re: [www-it-traduzioni] Introduzione alla riga di comando [Iniziamo]
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Re: [www-it-traduzioni] Introduzione alla riga di comando [Iniziamo] |
Date: |
Fri, 29 Apr 2016 21:41:14 +0200 |
[...]è solo un altra forma di interattività [...]
Un'altra forma ;)
Sent from my Libre Replicant
Replicant.us
"Marco C." <address@hidden> ha scritto:
>Ciao a tutti,
>questo e` il capitolo 3 del libro
>*****************************************
>Iniziamo
>
>L'informatica moderna è molto interattiva, usare i comandi della riga di
>comando è solo un altra forma di interattività. La maggior parte delle
>persone usa il computer attraverso l'interfaccia grafica, interagendo
>con un passo veloce. Premono un oggetto, lo trascinano, lo lasciano,
>premono due volte per aprirlo, modificarlo, ecc.
>
>Sebbene le interazioni accadano cosi velocemente che non ci si pensa,
>ogni pressione di bottone o digitazione è un comando al computer. Usare
>la riga di comando è la stessa cosa ma più deliberata. Si digita un
>comando e si preme il tasto Return o Enter. Per esempio nel mio
>terminale scrivo:
>
>date
>E il mio computer risponde con:
>
>Wed Feb 10 16:15:08 CET 2016
>
>Questa è abbastanza informatica come risposta. Nei capitoli successivi
>spiegheremo come richiedere la data e l'ora in un formato più
>congeniale/consono/connaturale[QUALI DEI TRE TERMINI VA MEGLIO?].
>Spiegheremo anche come lavorare in nazioni diverse e con diverse lingue
>per cambiare la risposta. Il punto è che avete appena avuto un assaggio
>della riga di comando.
>
>La riga di comando può far di più
>
>Il comando date, come lo abbiamo appena visto, sfigura all'alternativa
>di dare un occhiata al calendario o all'orologio. Il problema principale
>non è la crudità della stringa di uscita, come abbiamo già detto, ma
>l'incapacita di fare qualcosa con l'output. Per esempio se stò guardando
>la data per inserirla in un documento che stò scrivendo o per aggiornare
>il mio calendario in rete, dovrò ridigitarla. La linea di comando può
>far di più.
>
>Dopo che imparerete qualche comando di base e qualche bel modo per
>risparmiare un pò di tempo, troverete in questo libro modi per inviare
>la risposta dei comandi ad altri comandi, automatizzando i compiti e
>salvando i comandi per usarli dopo.
>
>Cosa intendiamo con un comando?
>
>All'inizio di questo capitolo abbiamo usato la parola 'comando' in modo
>generico per riferirci a qualsiasi modo usato per dire al computer cosa
>fare. Nel contesto di questo libro, un comando ha un significato molto
>specifico, è un file nel computer che può essere eseguito, o in alcuni
>casi un azione che è inglobata nel programma della shell. Eccetto per i
>comandi built-in[VA BENE LASCIATO IN INGLESE? NON SAPREI COME TRADURLO],
>il computer esegue ogni comando trovando il file che porta il suo nome
>ed eseguendo quel file. Daremo più dettagli man mano che diventeranno
>necessari.
>
>Modi per inserire comandi
>
>Per seguire questo libro bisogna aprire un
>interprete-della-riga-di-comando (chiamato shell o terminale in
>GNU/Linux) sul computer. Computer pre-interfaccia-grafica proponevano a
>tutti un interprete non appena venivano accesi. Oggigiorno più o meno
>tutti eccetto amministratori di sistema professionisti usano un
>interfaccia grafica, anche se il terminale è più veloce e più facile da
>usare per molti scopi. Quindi ora vi mostreremo come aprire una shell.
>
>Trovare un terminale
>
>Si può ottenere un terminale dal desktop, però può essere più facile
>lasciare il desktop e usare il terminale originale. Per usare quello
>usate la combinazione di tasti <ctrl><alt><F1>. Apparirà uno schermo
>praticamente vuoto con un invito ad autenticarsi. Usate il nome utente e
>la password per autenticarvi. Si passa ad altri terminali con<alt><F2> e
>cosi via, e si possono aprire sessioni con differenti (o lo stesso)
>utenti per qualsiasi compito si voglia fare. In qualsiasi momento si
>cambia da un terminale all'altro usando i tasti <alt><F#> per
>selezionare il terminale che si vuole usare. Uno di questi tasti,
>probabilmente F7 or F8, riporterà al desktop. Nei terminali testuali si
>può usare il mouse (presupponendo che il sistema abbia gpm in funzione)
>per selezionare una parola, linea o una serie di linee. Si può quindi
>incollare quel testo da qualche altra parte nel terminale o in un altro
>terminale.
>
>Le distribuzioni GNU/Linux hanno diverse interfaccie grafiche (GUI) che
>differiscono per estetica e metafore semantiche. Per desktop
>environments si intendono quei programmi che girano sopra il sistema
>operativo. GNOME, KDE and Xfce sono i più comuni. Virtualmente ogni
>desktop ha un programma che mima il vecchio terminale testuale che i
>computer offrivano come interfaccia. Sul desktop cercate fra i menu un
>programma chiamato Terminale. Spesso è in un menu chiamato qualcosa come
>'Accessori', il che non è molto carina come cosa perchè una volta che
>avrete letto questo libro passerete molto tempo nel terminale ogni
>giorno.
>
>In GNOME si seleziona Applicazioni -> Accessori -> Terminale.
>
>Screenshot_1.png
>
>In KDE selezionare K Menu -> Sistema -> Terminale; in Xfce selezionare
>Xfce Menu -> Sistema -> Terminale.
>Non importa dove, ma quasi sicuramente si troverà un programma
>Terminale.
>
>Quando eseguite il programma Terminale, vi viene mostrata solamente una
>finestra vuota, non c'è molto che aiuti. Ci si aspetta che sappiate cosa
>fare--e noi vi mostreremo cosa fare.
>
>La figura seguente mostra la finestra del terminale aperta nel desktop
>in GNOME.
>
> Screenshot_2.png
>
>Usare un comando individuale
>
>Molte intefaccie grafiche provvedono anche una piccola finestra di
>comando chiamata qualcosa tipo "Esegui comando". Si presenta con una
>piccola area di testo dove puoi scrivere un comando e premere il tasto
>Return o Enter.
>
>Screenshot_Run_Application.png
>
>Per aprire questa finestra di dialogo provate a premere la combinazione
>di tasti Alt + F2, o cercate fra i menu delle applicazioni. Si può
>usare questa finestra di dialogo come scorciatoia per avviare
>velocemente il programma Terminale, a patto che si conosca il nome del
>terminale installato nel computer. Se si stà lavorando su un computer
>poco familiare e non si sa neppure il nome del terminale, provate a
>scrivere xterm per far partire un programma terminale senza fronzoli
>(nessun menu che permette scelta di font o colori del tema). Se si ha
>disperatamente bisogno di questi menu fronzolati,
>
>in GNOME il terminal di default dovrebbe essere gnome-terminal;
>in KDE dovrebbe essere konsole;
>in Xfce proverei con Terminal o con un nome specifico alla versione: per
>esempio in Xfce 4 dovresti trovare xfce4-terminal.
>
>Come mostriamo comandi e output in questo libro
>
>C'è una convenzione comune nei libri sulla riga di comando. Quando si fa
>partire un terminale si vede un piccolo messaggio che indica che il
>terminale è pronto ad accettare il comando. Questo messaggio è chiamato
>prompt, e può essere semplice come:
>
>$
>
>Dopo aver digitato il comando e premuto il tasto Return o Enter, il
>terminale mostra l'output del comando (se c'è ne è uno) seguito da un
>altro prompt. Quindi la mia interazione precedente verrebbe mostrata in
>questo libro cosi':
>
>$ date
>Wed Feb 10 16:15:08 CET 2016
>$
>
>Dovete sapere come interpretare esempi come quello precedente. Tutto
>quello che si digita è date. Dopo di che si preme il tasto Return o
>Enter. La parola date nell'esempio è stampata in grasseto per indicare
>che è qualcosa che si digita. Il resto è output del terminale.
>*****************************************
>Buona giornata a tutti!
>Marco Calegaro
>
>--
>http://savannah.gnu.org/projects/www-it/
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